105 research outputs found

    How Does the European Union Talk about Migrant Women and Religion? A Critical Discourse Analysis of the Agenda on Migration of the European Union and the Case Study of Nigerian Women

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    Women with different identity and migration origins represent one of the most significant groups in the migration flows of the Mediterranean in recent years and the intersection of their religious identity and gender has been often neglected in migration policies. The paper applies the method of Critical Frame Analysis (CFA) to analyze the ways in which European policy documents address the intersection between gender and religious diversity. Through the CFA, the article examines the European Agenda on Migration and the priorities identified in the text. The analysis of the document is based on recent case studies of trafficked Nigerian women, which provide examples of the dangerous invisibility of ethnic and religious women in the priorities highlighted in the policy document of the European Commission. The CFA results show that the European Agenda on Migration, in responding to the increased number of arriving migrants from Africa and in designing a new approach towards mixed migration flows, lacks any reference to the gender perspective of migration and gender mainstreaming is missing from the text. The neutrality of the document and the securitization frame applied does not take into perspective the importance of recognizing a gender and intersectional dimension of migration flows, which impacts primarily women coming from African countries beholding strong religious beliefs

    The Italian Public Policies Frame on Prostitution and the Practical Overlapping with Trafficking: an Inevitable Condition?

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    The article examines the Italian experience in implementing policies and practices on prostitution. What characterizes the Italian scenario is a difficulty or (in) capacity to distinguish, correctly identify and \u2018treat\u2019 individual positions in prostitution using different approaches capable of matching the complex plurality of situations experienced by person involved. In this article the authors analyse the legal provisions and public policies that contribute to an overlap of practices and methods as regard as the coercion/consent dichotomy that does not capture the ways in which the majority of migrant women enter in prostitution. In other words, the article seeks to demonstrate, also introducing the policy practice(s) of the operators that national law, and more in general the public regulation of prostitution along with protective mechanisms, despite important distinctions related to prostitution, exploitation of prostitution and trafficking, due to a \u2018confused scenario\u2019, can intercept and support a significant number of people \u2013 mostly women - in trouble and in parallel to empower sexworkers. If this reality demonstrates the existence of an interactive process that offers to operators and other actors the opportunities of intercepting different segments of persons in prostitution, the same element could represent a critical argument in framing new public policies on this issue. Key-words: women, trafficking, prostitution, public policies, migratio

    Diagnostic study on an immunochromatographic rapid test for schistosomiasis: comparison between use on serum and on blood spot from fingerprick

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    An immunochromatographic rapid test (ICT; Schistosoma ICT IgG-IgM, LDBIO Diagnostics) demonstrated high sensitivity (96%) in the diagnosis ofSchistosoma mansoniandS. haematobium. To date, the test has been validated for use on serum only, but in the absence of lab equipment, blood drop from fingerprick could be a useful option. This method is acquiring more interest because of the high flow of migrants rapidly moving across Italy and other European countries

    Prevalence of Chagas disease and strongyloidiasis among HIV-infected Latin American immigrants in Italy – The CHILI study

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    INTRODUCTION: Screening HIV-positive migrants for neglected tropical diseases having potential for life-threatening reactivation, such as Chagas disease and strongyloidiasis is not widely implemented. We evaluated the prevalence of these infections among a large cohort of HIV-infected migrants from Latin America living in Italy. METHOD: Cross-sectional study evaluating the prevalence of Trypanosoma cruzi and Strongyloides stercoralis infections in HIV-infected migrants from Latin America enrolled in the Italian Cohort of Antiretroviral-Naïve patients (ICONA) between 1997 and 2018, based on serology performed on sera stored in the ICONA Foundation biobank. Screening for Chagas disease was performed using two commercial ELISA complemented by commercial Immunoblot and CLIA if discordant. Strongyloidiasis was evaluated using a commercial ELISA. RESULTS: 389 patients were analysed. Fifteen (3.86%) had at least one positive Chagas ELISA test. Prevalence of Chagas disease was 0.5% or 1.29% depending on the confirmatory technique. Serology for strongyloidiasis was positive in 16 (4.11%) patients. Only Nadir CD4+ T cell count was associated with discordant serology for Chagas disease (p = 0.046). CONCLUSIONS: The accuracy of seroassays for Chagas disease and strongyloidiasis in HIV-positive patients is unclear. To avoid missing potentially life-threatening infections, we suggest implementing additional diagnostic strategies in at-risk patients with inconclusive serology results

    La risposta istituzionale al fenomeno della violenza contro le donne nella prospettiva giuridica: verso l\u2019adozione di un trattato internazionale tra dimensione simbolica e simultaneit\ue0 dei sistemi di oppressione

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    La riflessione sulla condizione delle donne all\u2019interno dei movimenti femministi e la domanda politica che ne \ue8 derivata nei decenni passati come in tempi recenti, hanno prodotto delle ricadute sul quadro normativo e sui sistemi di policy di riferimento a pi\uf9 livelli, aprendo a degli spazi in termini di riconoscimento di diritti o comunque di regolazione giuridica di specifici aspetti del vivere sociale e di alcuni fenomeni sociali che interessano la donna in modo differenziato rispetto all\u2019uomo, tra i quali la violenza maschile contro le donne. Proprio quest\u2019ultimo problema ha attraversato le reti e gli scambi transnazionali tra le donne riproponendo il tema della differenza di potere tra i sessi in chiave anche di riconoscimento della simultaneit\ue0 e molteplicit\ue0 dei sistemi di oppressione e favorendo una riflessione orientata all\u2019azione a partire da una serie di considerazioni che investono l\u2019effettivit\ue0 e l\u2019efficacia della normativa vigente rispetto al perseguire obiettivi pi\uf9 generali legati alla rimozione delle discriminazioni su base sessuale e al riconoscimento del valore sociale delle donne e del lavoro di riproduzione. Rispetto al discorso della violenza maschile nei confronti delle donne e pi\uf9 in generale con riferimento al problema dell\u2019affermazione, riconoscimento, effettivit\ue0 e giustiziabilit\ue0 dei diritti umani delle donne, il progressivo perfezionamento della machinery relativa alla procedure di monitoraggio dei diritti umani e quella pi\uf9 recente di allargamento del campo d\u2019azione e di rafforzamento del diritto internazionale dei diritti umani, giocano un ruolo di primo piano per comprendere quali siano gli scenari entro i quali \ue8 oggi possibile proporre una riflessione su questo problema utilizzando gli strumenti che i diritti umani stessi possono offrire nella promozione della condizione femminile. Tale operazione, che non \ue8 scontata, necessita di un presidio molto forte da parte delle donne stesse. Se \ue8 vero infatti che le analisi femministe \u2013 anche quelle di ispirazione istituzionalista - hanno contribuito in modo determinante alla riformulazione dell\u2019ideale universale dei diritti umani e che questo percorso ha coinciso con un ampliamento dello stesso concetto di universalit\ue0 portando all\u2019adozione di numerosi dispositivi per l\u2019eliminazione delle discriminazioni fra i sessi e pi\uf9 in generale intervenendo nel processo di agenda-setting di numerosi paesi cos\uec come a livello intergovernativo, rimane comunque necessario continuare a lavorare sul piano politico affinch\ue9 le tematiche collegate al rapporto di potere tra i sessi non siano inglobate nell\u2019universale maschile contrastando il tentativo istituzionale di \u201cneutralizzare\u201d l\u2019assunto politico alla base della violenza\ua0sulle donne\ua0nella sua dimensione strutturale e sistemica. La possibile adozione di un trattato ad hoc in materia di violenza da un lato ripropone la valenza del paradigma diritti umani rispetto al tema della protezione delle donne vittime e del contrasto al fenomeno dall'altro solleva questioni che pertengono sia al processo di specificazione e di moltiplicazione dei diritti umani sia alla capacit\ue0 di questo paradigma di cogliere la domanda politica dei movimenti delle donne

    Persona e societ\ue0\ua0 in Norberto Bobbio

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    La dimensione operativa della protezione delle donne vittime di violenza nella prospettiva dei diritti umani

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    Il processo mediante il quale la violenza nei confronti delle donne ha cominciato a essere rappresentata e considerata come un problema inquadrabile nel contesto del discorso diritti umani e regolabile utilizzando gli strumenti politici che questo diritto crea, ha richiesto l\u2019abbattimento della divisione pubblico/privato e perci\uf2 il superamento di questa dicotomia anche sul piano normativo. Tale processo ha permesso la messa a punto di risposte istituzionali che hanno privilegiato in questi anni il terreno della criminalizzazione di tutta una serie di condotte recuperando nel diritto penale la soluzione principe di un problema che in realt\ue0 presenta caratteristiche e numeri non riducibili alla semplice dimensione, spesso individualistica, del rapporto che lega la vittima all\u2019autore di reato. La violenza contro le donne \ue8 quindi una questione squisitamente politica oggi riconosciuta tale anche nei documenti istituzionali: politica \ue8 infatti la sua definizione, perch\ue9 essa \ue8 strettamente ancorata alla dimensione storica in cui si colloca, politici sono i dispositivi normativi e operativi che la disciplinano e che supportano la protezione delle vittime cos\uec come politica \ue8 stata in un preciso momento storico la scelta del movimento femminista di utilizzare lo strumento del diritto per lottare contro la violenza rendendo evidente che ci\uf2 che fino a un determinato momento storico aveva costituito un fatto esclusivamente privato e personale diveniva pubblico e politico.Di fatto, sia gli strumenti di carattere giuridico, cos\uec come quelli pi\uf9 prettamente ispirati a una dimensione di policy human rights oriented messi a punto recentemente a livello intergovernativo o sopranazionale, pongono sulla dimensione della criminalizzazione e sulla conseguente vittimizzazione dei soggetti passivi coinvolti una grande enfasi. Ci\uf2 sta inequivocabilmente a segnalare la centralit\ue0 che oggi hanno assunto i profili repressivi e della criminalizzazione di queste condotte singolarmente trattate, piuttosto che le iniziative di tipo preventivo, ove invece l\u2019attenzione non potrebbe che essere posta sulla potenziale \uabvicinanza\ubb o \uabfamiliarit\ue0\ubb che tutte le donne potrebbero avere con la violenza o quelli legati alla protezione in chiave preventiva. \uc8 evidente che tale impostazione sposta il baricentro delle argomentazioni che normalmente si presentano quando si parla di violenza, dal dato individuale o della singola vicenda al fatto sociale e alle dinamiche che lo alimentano

    The human rights approach and the importance of multi-agency work to combat violence

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    Addressing violence against women is a fundamental goal in achieving other gender related goals and represents a core issue in the human rights discourse. A key assumption today among those working to contrast violence and to protect the victims is that the multi-agency approach is the most effective instrument to prevent violence against women and provides the most comprehensive protection for survivors. Multi-sector backgrounds can produce useful results, both for people working in law enforcement and in the judiciary field to enhance the strategies to combat violence, as well as for those individuals that intervene in the different phases of assisting the victims of violence. In Italy the adoption of the National Action Plan against Gender Violence and Stalking confirms at an institutional level the value of a holistic system when fighting against gender violence using a human rights oriented approach

    Le mutilazioni genitali femminili nell'esperienza dei servizi sanitari: interventi, conoscenza e condivisione di significati tra personale sanitario

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    Il saggio s riferisce ad una serie di interviste effettuate al personale sanitario di strutture a diretto contatto con donne migranti provenienti da paesi interessati alla pratiche delle mutilazioni genitali femminilli nell'ambito del progetto \u201cMutilazioni dei genitali femminili e diritti umani nelle comunit\ue1 migranti\u201d, finanziato dal Dipartimento per le pari opportunit\ue1 nel quadro della Legge 7/2006, coordinato da AIDOS \u2013 Associazione italiana donne per lo sviluppo, in collaborazione con ADUSU, Associazione diritti umani \u2013 sviluppo umano di Padova e Culture Aperte di Trieste. Il progetto \ue8 patrocinato dalla Regione Veneto \u2013 Assessorato alle Politiche di bilancio, ai diritti umani, alla cooperazione allo sviluppo e alle pari opportunit\ue1 \u2013 Direzione Regionale Relazioni Internazionali, e dalla Regione Friuli Venezia Giulia \u2013 Direzione centrale salute e protezione sociale, ed \ue8 realizzato con la partecipazione dell\u2019ANOLF \u2013 CISL, Associazione nazionale Oltre le frontiere, della Struttura Alta Professionalit\ue0 Immigrazione dell\u2019Unit\ue1 locale socio sanitaria (ULSS) 16 di Padova, dell\u2019IRCCS Burlo Garofolo di Trieste e dell\u2019ENFAP, Ente nazionale formazione addestramento professionale \u2013 sede regionale del Friuli Venezia Giulia

    Le buone prassi: aree di criticita' in materia di tutela dei diritti delle vittime e contrasto alle attivita' criminali collegate alla tratta

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    Il Progetto Enat 2006 ha inteso favorire lo sviluppo di reti di intervento attorno al problema della tratta e delle gravi forme di sfruttamento a partire dall\u2019analisi dei sistemi di operativit\ue0 attivi nei diversi paesi coinvolti nel Progetto stesso con l\u2019obiettivo, da un lato di monitorare e valorizzare le collaborazioni a livello locale su cui risultano essere pi\uf9 diffusi i sistemi di intervento a carattere multi agency, dall\u2019altro di identificare e proporre un sistema di buone prassi orientate al rispetto della salvaguardia della dignit\ue0 della persona trafficata e della tutela dei diritti umani. Per questo motivo si \ue8 adottata una metodologia di lavoro che permettesse di dare centralit\ue0 alle esperienze maturate dalle diverse realt\ue0 territoriali rappresentate, e nel contempo rendesse agevole affrontare sia problematiche di tipo operativo, sia questioni legate all\u2019analisi e alle trasformazioni del fenomeno della tratta negli scenari di policy odierni in materia di governance del fenomeno migratorio. Questo contributo mette in luce una serie di buone prassi che si sono evidenziate e condivise nel corso dell'esprienza progettuale e che sono state in qualche proposte nell'ambito di attivita' di confronto tra i diversi operatori. Le prassi qui proposte rispondono al paradigma diritti umani e sono incentrate ad una logica di intervento multi agenzia
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